BREVI RACCONTI FOTOGRAFICI

CHE PARLANO DI DIRITTI UMANI

Queste fotostorie sono nate per un interesse personale e una riflessione sul valore dei diritti umani e sull’importanza della loro tutela. Per la narrazione ho usato il linguaggio semplice ed efficace dell’allegoria. A parlare così nei diversi fotoracconti sono soggetti buffi e insoliti ma molto simpatici: le galline, i polli e i pulcini. Saranno loro i nostri amici e la nostra ‘voce narrativa’ a condurci in una preziosa e divertente esplorazione delle singole tematiche nell’ampio tema dei diritti umani. Le storie sono tutte a lieto fine: nonostante la delicatezza dei temi trattati, il messaggio è che attraverso la consapevolezza ognuno di noi può incidere nella realtà ed essere di aiuto per se e per gli altri. Non c’è bisogno di andare lontano, tutti possono diventare punti di riferimento, attori protagonisti e ‘sentinelle’ di valore nella propria personale storia, nel luogo di lavoro, nel proprio quartiere, nella propria comunità di riferimento.

LA STORIA BELLA DELLA GALLINA LELLA

Questa è la storia bella della gallina Lella che non rinunciò mai alla libertà di sognare e dal pollaio giunse un giorno finalmente al mare.

THE BEAUTIFUL HISTORY OF HEN LELLA

This is the story of the beautiful hen Lella, who never renounced the freedom to dream and from the henhouse one day eventually got to the sea

SOGNO D'AMORE

Passeggiando sulla tovaglia di cotone incontra il gallo Peppone, la gallina gli da un bacino e pensano già ad un piccolo pulcino. Cova le uova sognando...Pedalate su prati fioriti, una sosta tra il bambu, un the nel giardino con Peppone ed il loro pulcino...ritorna felice sulla tovaglia dopo molte ore con il suo grande sogno d'amore.

DREAM LOVE

Strolling on the cotton tablecloth, meeting Peppone the rooster, the hen gives him a kiss and right away they're thinking about a little chick. She broods the eggs, dreaming...Pedaling over flowered meadows, stopping amid the bamboo, tea on the lawn whith Peppone and their chick...Happy, she comes back to the tablecloth after hours and hours her great dream of love.

OGNI VITA E’ UNA VITA

 Al vecchio mulino di Santa Susanna la gallina incontra un cigno bianco come la farina. Lui è bello, elegante e nuota nella sorgente ammirato da tanta gente. C'è poi nel prato vicino un agile puledrino. Lei si sente piccola e bruttina. L'acqua però le fa da specchio e vede apparire una semplice gallina con le ali colorate veramente molto carina... "Sono io, ho capito" dice "la bellezza è solo identità e consapevolezza".

EACH LiFE IS A LIFFE

At the old mill, Saint Susanna, the hen meet a flour-white swan. He's Beautiful, elegant, swimming in the spring befor his admirers. In the meadow nearby, an agile colt. She feels small, ugly. But the water serves as a mirror, and there appears before her just a hen whith colored wings, very pretty really... That's me, I see, she says, and then: beauty is just identity and awareness.

LA GUERRA E' FINITA

Quando sono partita dalla guerra sul barcone c'era il pienone. A me e ai miei fratelli, tutti fieri e belli, ci batteva forte il cuore per il rumore del grosso motore. Dalle nostre sponde vedevamo piccole onde poi nel mare grosso tanta paura a più non posso. Oggi sono arrivata sola e disperata perchè le onde belle hanno portato via le mie sorelle. Piango per ore finchè un amico mi abbraccia con calore e mi dice:"vieni dalla tua casa, arrivi alla tua casa" qui puoi dormire serena, lavorerai e pietanze pronte mangerai. Alla fine della guerra potrai tornare alla tua terra".

THE WAR IS OVER

When I fled from the war, the boat was crammed. My brothers and I, fine and proud, our hearts beating to the noise of the big motor. Fromm the shore we could see little waves, then, in the heavy seas, scared as scared could be. Today I've gotten here alone, those fine waves took my sisters away. I weep for hours on end, until a friend embraces me warmly, and says "You've come from home, now you're home, you can sleep peaceful here, you'll work and eat ready food. And at the end of the war you can return to you homeland."

CREDO IN QUELLO CHE VOGLIO CREDERE

I BELIVE IN WHAT I WANT TO BELIVE

Credo in quello che voglio credere Il gallo Peppone dal canto gioviale si pone una domanda esistenziale - perchè sono nato? Come ho fatto? Perchè canto sempre soddisfatto? Il pollo studioso dall'aia starnazza e gli risponde con saggezza : - In città c'è una comunità molto grande che accoglierà le tue domande. Peppone con curiosità si reca in citta, visita Templi, Chiese, Moschee, Mandir, Sinagoghe e Pagode. Con fede prega, canta e spera, crede in quello che vuole credere da solo e in compagnia con riti diversi. Come a tante onde la religione risponde. Illuminato al pollaio è ritornato. Infine ha capito perchè canta e quale è il suo spartito. La fede è una cosa bella- dice alla sua amata Lella. - La religione non crea nè dissidi nè la guerra e se lo ha fatto o lo fa è solo una strumentalizzazione di chi non sa credere ancora nella propria libertà.

CRONACA NERA, GIALLA E ROSA

 Non c'erano mai stati disastri nella famiglia dei Pollastri. Un giorno Martino, piccolo pulcino, raccontò a Daniel, Sonia e Miguel che i suoi genitori erano da molto tempo nervosi e poco affettuosi. Loro litigavano così forte da non sentire che Martino piolava, piolava per ore alla ricerca di calore. Pollastrella, la sua mamma bella, si era vestita a festa per svolazzare insieme alla comare. Il suo papà Polletto, geloso e prepotente non era daccordo per niente e in quella brutta giornata, con la sua ala possente, aveva ferita e beccata la sua Polla adorata. Pollastrella mortificata con il piccolo Martino si rifugiarono in un posto lì vicino. Una sera, la Polla però, accettò di incontrare Polletto dietro al muretto. Lei si era fidata ma si ritrovò di nuovo ferita, ferita tanto forte che rischiò la morte. Polletto furioso fu condannato e in prigione rinchiuso e dopo lunghi anni si trasformò in un Pollo amoroso. Pollastrella e il suo giallo pulcino furono accolti dalla loro comare Lella in una casa tutta rosa dove impararono che amare ed essere amati è una cosa meravigliosa.

UNA SCUOLA PER TUTTI

 Nella scuola vicino al mare i polli e le galline non possono entrare. Martino, il piccolo pulcino, però, un giorno entrò. In fila, dietro ad un bambino, sul suo zainetto raggiunse l’aula dove trovò, tra i banchi, un posto perfetto. La lezione era complicata anche per gli alunni che l’avevano studiata, perciò fu di nuovo spiegata e in un baleno fu tutto più chiaro anche per Martino, il nuovo scolaro. Con i numeri vado benino, pensò il pulcino, in arte sono eccellente, le lingue poi non mi fanno paura, inglese, arabo e cinese, potro’ occuparmi di intercultura. E’ tanto bello studiare quando il maestro ti fa capire che ci sono molte cose da scoprire. Al suono della campanella escono dalle classi contenti tutti gli studenti. Se la ricerca rende più felici tutti i bambini perché non includere a scuola anche i pulcini?

OMERTA' O LIBERTA'?

Il gallo Santino, u pollaru puparu, con i polli compari Salvo e Rosario, a passo di marranzana, si incontrarono nella loro tana. Cantò Santino:" Hanno aperto una ludoteca per i nostri pulcini per giocare e piolare tutti con gioia vicini...Chi fu? Cosa vogliono fare? I nostri pulcini con le nostre chiocce al pollaio devono stare...la nostra rispettosa famiglia tutto il territorio deve controllare...questa ludoteca non si può fare e se vogliono restare il pizzo ci devono dare"!!! I polli compari andarono a vedere e agli educatori a dire:"Il pizzo ci dovete pagare se volete lavorare". Loro risposero:"Noi non siamo nè pupi nè pazzi e non vi pagheremo il pizzo". La sera in un men che non si dica a fuoco e fiamme bruciò la ludoteca...e dopo il fuoco i polli compari andarono a minacciare: "Se il pizzo non volete pagare per i vostri familiari dovete tremare". -"Noi non ci arrendiamo e senza paura vi denunciamo perchè tutti i polli del vicinato ci hanno aiutato e perchè vogliamo aiutare a capire che la legalità e non l'omertà assicura la felicità alla comunità".

QUANTI GALLI G7 G9 G20

Tanti galli impertinenti a cantare per decidere chi deve comandare. -“Io ho il potere e lo voglio mantenere, state calmi perche sono il piu grande ed ho anche le armi”!! -“Io sono il piu bello e piumoso e della mia nazione sono orgoglioso. Ho bombe nucleari che distruggerebbero pollai di terra e di mare”. -“Non vi siete accorti di me che sono piccolino ma ho armi per ogni mio alleato lontano e vicino”. -“Certo e’ che non avete considerato, prima di cantare, che noi Galli a stelle e strisce siamo delle potenze nucleari , di bombe ne abbiamo a iosa e la nostra meta e’ distruggere il pianeta”. -“Il vostro canto e’ proprio stonato - controcanta Lucio, il pollo saggio e preparato- Come direttore di questo coro eletto, vi suggerisco uno spartito da studiare giorno e notte. Se tutti vogliamo cantare ogni mattina in armonia, svegli e attenti dobbiamo trasformare tutti gli armamenti . Le nostre voci accordare per distruggere e non prolificare le armi nucleari. Non abbiamo veri poteri sulle basi militari, le armi sono fatte per ammazzare”. Applausi al direttore del coro e ai galli cantanti! Loro senza paura hanno trasformato gli armamenti in accordati strumenti per vivere sicuri e cantare contenti. Nei loro pollai coltivano un grande cuore per raccogliere fiori di pace e di amore.